venerdì 29 luglio 2011

Ta Isiha Vradia Arleta

martedì 3 marzo 2009

"La legge antisciopero è autentico fascismo"

Come in altri piani il Governo si sta inventando un suo sistema costituzionale che non ha nulla a che vedere con la Costituzione della Repubblica nata dalla Resistenza. Il diritto allo sciopero è un diritto individuale e già esistono le leggi che lo disciplinano. Trasformarlo in un potere dei sindacati maggioritari, tra l’altro da attuare in forme virtuali, cioè inesistenti, significa semplicemente cancellare tale diritto. Né vale la tesi per cui questa misura eccezionale e antidemocratica avrebbe effetti solo nel settore dei trasporti. E’ evidente, infatti, che i principi che qui vengono affermati, proprio perché affrontano temi di carattere costituzionale, non possono essere ristretti a un solo settore. Il Governo vuole colpire il diritto di sciopero perché sa perfettamente che nei prossimi mesi ci saranno sempre più conflitti sociali dovuti alla crisi e alla sua gestione sbagliata e ingiusta. Limitare la libertà, imporre autoritariamente le decisioni e reprimere il dissenso è una caratteristica tipica dei sistemi antidemocratici e, nella nostra storia, è la caratteristica autentica del fascismo. Se il Governo andrà avanti su queste misure, occorrerà una risposta politica e sindacale senza precedenti, sia sul piano delle relazioni sociali e sindacali, sia sul piano del ricorso alla magistratura e alla Corte Costituzionale. E’ chiaro che dopo questa scelta, con questo Governo ci può essere solo rottura e conflitto sociale. Rete28Aprile Roma, 26 febbraio 2009

lunedì 26 gennaio 2009

Lettera ad un amico morto

In ricordo del portalettere di Novate Milanese Paolo Leotta morto di infarto Caro Paolo, oggi ho deciso di scrivere, perché mi sento troppo triste, così ho pensato che questo mi aiuterà a sentirti vicino. Stamattina prima di arrivare in ufficio mi hanno dato la notizia. In ufficio piangevano tutti, io però non ci sono riuscito. Non sono riuscito a far cadere una sola lacrima, perché avevo un nodo alla gola che mi strozzava. Ma tu lo sai che avrei voluto gridare …. , urlare al mondo la mia rabbia. Perché non è giusto morire a 56 anni. E invece niente, sono stato zitto, a guardare gli altri. Avrei voluto gridare, tirare fuori la rabbia, proprio come avresti fatto tu, quando parlavamo delle conseguenze della riorganizzazione del recapito, che ha comportato per te e per tutti un modo di lavorare sempre più stressante. Sarai sempre vivo nei nostri ricordi, ci manchi e ci mancherai sempre. E’ bello ricordarti felice, quando nelle serate trascorse insieme ti divertivi a ballare, ricercatissimo da tutte le donne. Beh , sai, quei bei ricordi li conserveremo per sempre , ma ci resterà una rabbia per questo mondo infame che porta via gli amici e le persone care come se fosse un pugno di sabbia che viene trascinata via dalla marea e fa rimanere soltanto dolore e tristezza. Puoi star certo che nessuno ti scorderà mai. Io ti ricorderò sempre, ciao amico

venerdì 31 ottobre 2008

La crisi del capitalismo la deve pagare chi l'ha provocata!

Nel mentre giornali e televisioni sembrano essere preoccupati (per i propri padroni, forse) delle giornate pesantissime per le Borse, io mi chiedo: gionate pesantissime per le Borse di chi? Dei vari Profumo o di tutti quei lavoratori italiani e non, a cui il precedente Governo di centro-sinistra ha praticamente imposto l'investimento del proprio futuro economico, TFR, nei tragicamente famosi fondi pensione? Della loro sorte, attualmente, ancora non si sà nulla di concreto! Bernard Maris, econonomista e professore di finanza presso l'Institut d'E'tudes Européennes dell'Università di Paris VIII, in un suo pamphlet del 2000, dal titolo "Lettera aperta agli economisti che ci prendono per imbecilli", ci spiegava quanti dei suoi colleghi predicavano teorie false e sbagliate. Nobel assegnati a sistemisti da casinò, cattedre prestigiose a "indovini matematici" che creano la nuova ortodossia liberista facendo a meno di Keynes e dimenticando la vera scienza monetaria come, per esempio, Merton e Scholes, premiati nel 1997, che subito dopo persero in Borsa 1250 miliardi di dollari applicando i loro calcoli e furono salvati dalla bancarotta con soldi pubblici. Scrive Maris: "Si passano per dogmi dei modelli fatti su misura per gli speculatori e contro gli interessi delle imprese e dei lavoratori" In tal senso, nel frattempo, in Italia, a proposito di lavoratori, ma precari, dopo straordinaria partecipazione alla manifestazione contro l'emendamento 37bis (Disposizioni in materia di stabilizzazioni) del DDL 1441-quater e sue fumose modifiche, che, comunque, licenzierà, migliaia di precari, oggi 08/10/08, a Roma, alle ore 10, si terrà un nuovo presidio unitario davanti al Miur, in V.le Trastevere, indetto dalle organizzazioni sindacali confederali della ricerca e dell’università per ribadire la richiesta di ritiro dell’emendamento “ammazza precari” le cui ultime modifiche, come detto, non risolvono in alcun modo i problemi per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. I dati dicono che in questo Lunedì nero per le Borse sono stati persi, in Europa, quasi 450 MLD. Chi li ha guadagnati? Le stabilizzazioni dei pracari costano, meno, ma molto meno di tutte le trastole finanziare messe in piedi dalla fatua casta imprenditoriale nazionale che prima chiede la testa della pubblica amministrazione e poi, per salvarsi, chiede l'intervento dello Stato. La crisi del capitalismo la deve pagare chi l'ha provocata! Germano Delfino Tecnico, Precario, CNR IBB Napoli FLC-Cgil

Detassare gli straordinari

Di straordinario c'è solo il minor costo. Facciamo un po' di conti. Di Aldo Moretti. ------------------------------------------------------------------------- La detassazione varata dal governo viene presentata come un rimedio al problema dei bassi salari, ma i conti parlano chiaro: la retribuzione netta di un’ora straordinaria è esattamente il 60% di quella di un’ora di lavoro ordinario. E anche il costo per l'azienda è minore in proporzione. Perché non si chiede che vengano almeno pagate nello stesso modo? E’ tempo di molti interventi a proposito di lavoro straordinario. Da molte parti viene sollecitata una misura di detassazione di modo che il povero Cipputi disponibile a lavorare oltre il normale si trovi un poco di soldini in più dentro la busta paga di ogni mese. Per taluni questa sarebbe la soluzione brillante al problema dei bassi salari. Le risposte di chi è contrario, specie dal fronte sindacale, sono imbarazzate. E’ sorprendente che non si tiri fuori un argomento che io trovo importante e che è la ragione principale per la quale le imprese sollecitano tale soluzione: il lavoro straordinario paga meno e costa meno di quello ordinario. Quindi per le aziende c’è una convenienza doppia: è una flessibilità in più a minor costo. Più bello di così!

TFR e Pensioni - Tre milioni di italiani in carcere, di Beppe Scienza

Chi ha tenuto il suo TFR in azienda ha avuto un rendimento del 3,5%. Chi, seguendo il consiglio dei sindacati, dei partiti e dei promotori finanziari, lo ha investito nei fondi pensione ha perso circa il 20%. Ed è solo l'inizio. Con la Borsa in picchiata, per i futuri pensionati la liquidazione servirà per il cappuccino e il becchime per i piccioni. Sindacati, Confindustria, Partiti e Banche si sono inghiottiti un altro tesoretto. Non rimane più quasi nulla da spolpare al cittadino. Possono solo taglare i servizi, la Scuola, la Polizia, la Sanità fino all'epilogo delle pentole argentine. ------------------------------------------------------------------------------------- "Per gli italiani la previdenza integrativa è come una prigione. Sindacati ed economisti di regime (Marcello Messori, Giuliano Cassola, Elsa Fornero ecc.) gli hanno tirato un brutto scherzo coi fondi pensione. Circa tre milioni di lavoratori hanno rinunciato al loro TFR e ora sono ingabbiati per sempre. Per giunta presi in giro da chi voleva arricchirsi alle loro spalle, come la società di gestione Anima che aveva l’impudenza di affermare: “L’investimento in un fondo pensione è una scelta intelligente”. Si è visto che razza di scelta è stata: dall’estate del 2007 una batosta dopo l’altra. La trappola è scattata a giugno dell’anno scorso. Da allora è andata prima male e poi malissimo nel 2008. Ne sanno qualcosa i lavoratori chimici (fondo Fonchim) che a fine settembre perdevano il 14,8% da inizio anno, i metalmeccanici (fondo Cometa) con un risultato negativo del 10% o i ferrovieri (fondo Eurofer) con un deficit del 17%. Questi sono i minus delle linee azionarie, ma anche le altre hanno fatto peggio del TFR. Però la cosa più grave è la mancanza di libertà. Chi ha aderito a un fondo pensione, soprattutto per le insistenze dei sindacati, è come condannato a vita. Finché lavora, il suo TFR continuerà a finire lì, volente o nolente. Ma anche andando in pensione otterrà soltanto la semilibertà. Metà di quanto si sarà salvato (il cosiddetto montante), non potrà ritirarlo perché verrà convertito in una rendita, a condizioni decise da altri. Purtroppo non può neanche sperare nella grazia del Capo dello Stato. Per la previdenza integrativa non è prevista. In compenso ogni due anni può cambiare cella. Cioè può passare per esempio da una linea azionaria e a una garantita, restando nello stesso fondo. Peccato che tali garanzie sia solo propaganda, con linee “garantite” in negativo del 3% da inizio 2008 (fondo Fonchim)! Volendo può anche cambiare prigione. Cioè non solo la linea di gestione, ma anche il fondo. Non può però riacquistare la libertà: l’ergastolo è l’ergastolo! È rimasto in libertà solo chi si è tenuto il TFR. Tranquillo e sicuro, lo vede crescere giorno dopo giorno (circa +3,5% da inizio 2008). Se cambia lavoro o va in pensione lo riceve tutto subito; ed è libero di farne cosa vuole. Quindi ha fatto bene chi ha ascoltato i consigli di Beppe Grillo, i miei o anche di Famiglia Cristiana. Per altro la faccia tosta dei sindacati non ha limiti. Non contenti delle figuracce collezionate col fondo per la scuola (Espero), pochi giorni fa Cgil, Cisl, Uil ecc. si sono incontrati per farne partire due per coprire tutto il settore pubblico (Sirio e Perseo). Sembra una barzelletta."

lunedì 27 ottobre 2008

A PROPOSITO DI CROLLI DI BANCHE E FINANZIARIE Giusto per capire la situazione attuale un video di youtube