venerdì 31 ottobre 2008

La crisi del capitalismo la deve pagare chi l'ha provocata!

Nel mentre giornali e televisioni sembrano essere preoccupati (per i propri padroni, forse) delle giornate pesantissime per le Borse, io mi chiedo: gionate pesantissime per le Borse di chi? Dei vari Profumo o di tutti quei lavoratori italiani e non, a cui il precedente Governo di centro-sinistra ha praticamente imposto l'investimento del proprio futuro economico, TFR, nei tragicamente famosi fondi pensione? Della loro sorte, attualmente, ancora non si sà nulla di concreto! Bernard Maris, econonomista e professore di finanza presso l'Institut d'E'tudes Européennes dell'Università di Paris VIII, in un suo pamphlet del 2000, dal titolo "Lettera aperta agli economisti che ci prendono per imbecilli", ci spiegava quanti dei suoi colleghi predicavano teorie false e sbagliate. Nobel assegnati a sistemisti da casinò, cattedre prestigiose a "indovini matematici" che creano la nuova ortodossia liberista facendo a meno di Keynes e dimenticando la vera scienza monetaria come, per esempio, Merton e Scholes, premiati nel 1997, che subito dopo persero in Borsa 1250 miliardi di dollari applicando i loro calcoli e furono salvati dalla bancarotta con soldi pubblici. Scrive Maris: "Si passano per dogmi dei modelli fatti su misura per gli speculatori e contro gli interessi delle imprese e dei lavoratori" In tal senso, nel frattempo, in Italia, a proposito di lavoratori, ma precari, dopo straordinaria partecipazione alla manifestazione contro l'emendamento 37bis (Disposizioni in materia di stabilizzazioni) del DDL 1441-quater e sue fumose modifiche, che, comunque, licenzierà, migliaia di precari, oggi 08/10/08, a Roma, alle ore 10, si terrà un nuovo presidio unitario davanti al Miur, in V.le Trastevere, indetto dalle organizzazioni sindacali confederali della ricerca e dell’università per ribadire la richiesta di ritiro dell’emendamento “ammazza precari” le cui ultime modifiche, come detto, non risolvono in alcun modo i problemi per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. I dati dicono che in questo Lunedì nero per le Borse sono stati persi, in Europa, quasi 450 MLD. Chi li ha guadagnati? Le stabilizzazioni dei pracari costano, meno, ma molto meno di tutte le trastole finanziare messe in piedi dalla fatua casta imprenditoriale nazionale che prima chiede la testa della pubblica amministrazione e poi, per salvarsi, chiede l'intervento dello Stato. La crisi del capitalismo la deve pagare chi l'ha provocata! Germano Delfino Tecnico, Precario, CNR IBB Napoli FLC-Cgil

Detassare gli straordinari

Di straordinario c'è solo il minor costo. Facciamo un po' di conti. Di Aldo Moretti. ------------------------------------------------------------------------- La detassazione varata dal governo viene presentata come un rimedio al problema dei bassi salari, ma i conti parlano chiaro: la retribuzione netta di un’ora straordinaria è esattamente il 60% di quella di un’ora di lavoro ordinario. E anche il costo per l'azienda è minore in proporzione. Perché non si chiede che vengano almeno pagate nello stesso modo? E’ tempo di molti interventi a proposito di lavoro straordinario. Da molte parti viene sollecitata una misura di detassazione di modo che il povero Cipputi disponibile a lavorare oltre il normale si trovi un poco di soldini in più dentro la busta paga di ogni mese. Per taluni questa sarebbe la soluzione brillante al problema dei bassi salari. Le risposte di chi è contrario, specie dal fronte sindacale, sono imbarazzate. E’ sorprendente che non si tiri fuori un argomento che io trovo importante e che è la ragione principale per la quale le imprese sollecitano tale soluzione: il lavoro straordinario paga meno e costa meno di quello ordinario. Quindi per le aziende c’è una convenienza doppia: è una flessibilità in più a minor costo. Più bello di così!

TFR e Pensioni - Tre milioni di italiani in carcere, di Beppe Scienza

Chi ha tenuto il suo TFR in azienda ha avuto un rendimento del 3,5%. Chi, seguendo il consiglio dei sindacati, dei partiti e dei promotori finanziari, lo ha investito nei fondi pensione ha perso circa il 20%. Ed è solo l'inizio. Con la Borsa in picchiata, per i futuri pensionati la liquidazione servirà per il cappuccino e il becchime per i piccioni. Sindacati, Confindustria, Partiti e Banche si sono inghiottiti un altro tesoretto. Non rimane più quasi nulla da spolpare al cittadino. Possono solo taglare i servizi, la Scuola, la Polizia, la Sanità fino all'epilogo delle pentole argentine. ------------------------------------------------------------------------------------- "Per gli italiani la previdenza integrativa è come una prigione. Sindacati ed economisti di regime (Marcello Messori, Giuliano Cassola, Elsa Fornero ecc.) gli hanno tirato un brutto scherzo coi fondi pensione. Circa tre milioni di lavoratori hanno rinunciato al loro TFR e ora sono ingabbiati per sempre. Per giunta presi in giro da chi voleva arricchirsi alle loro spalle, come la società di gestione Anima che aveva l’impudenza di affermare: “L’investimento in un fondo pensione è una scelta intelligente”. Si è visto che razza di scelta è stata: dall’estate del 2007 una batosta dopo l’altra. La trappola è scattata a giugno dell’anno scorso. Da allora è andata prima male e poi malissimo nel 2008. Ne sanno qualcosa i lavoratori chimici (fondo Fonchim) che a fine settembre perdevano il 14,8% da inizio anno, i metalmeccanici (fondo Cometa) con un risultato negativo del 10% o i ferrovieri (fondo Eurofer) con un deficit del 17%. Questi sono i minus delle linee azionarie, ma anche le altre hanno fatto peggio del TFR. Però la cosa più grave è la mancanza di libertà. Chi ha aderito a un fondo pensione, soprattutto per le insistenze dei sindacati, è come condannato a vita. Finché lavora, il suo TFR continuerà a finire lì, volente o nolente. Ma anche andando in pensione otterrà soltanto la semilibertà. Metà di quanto si sarà salvato (il cosiddetto montante), non potrà ritirarlo perché verrà convertito in una rendita, a condizioni decise da altri. Purtroppo non può neanche sperare nella grazia del Capo dello Stato. Per la previdenza integrativa non è prevista. In compenso ogni due anni può cambiare cella. Cioè può passare per esempio da una linea azionaria e a una garantita, restando nello stesso fondo. Peccato che tali garanzie sia solo propaganda, con linee “garantite” in negativo del 3% da inizio 2008 (fondo Fonchim)! Volendo può anche cambiare prigione. Cioè non solo la linea di gestione, ma anche il fondo. Non può però riacquistare la libertà: l’ergastolo è l’ergastolo! È rimasto in libertà solo chi si è tenuto il TFR. Tranquillo e sicuro, lo vede crescere giorno dopo giorno (circa +3,5% da inizio 2008). Se cambia lavoro o va in pensione lo riceve tutto subito; ed è libero di farne cosa vuole. Quindi ha fatto bene chi ha ascoltato i consigli di Beppe Grillo, i miei o anche di Famiglia Cristiana. Per altro la faccia tosta dei sindacati non ha limiti. Non contenti delle figuracce collezionate col fondo per la scuola (Espero), pochi giorni fa Cgil, Cisl, Uil ecc. si sono incontrati per farne partire due per coprire tutto il settore pubblico (Sirio e Perseo). Sembra una barzelletta."

lunedì 27 ottobre 2008

A PROPOSITO DI CROLLI DI BANCHE E FINANZIARIE Giusto per capire la situazione attuale un video di youtube

venerdì 21 marzo 2008

Un sito sempre aggiornato

Facciamo i nostri complimenti al sito della Slc-Cgil di Messina. In questo sito, aggiornatissimo, è facile trovare tutte le novità inerenti le Poste, oltre al giornalino della Slc-Cgil di Messina dove consigliamo di leggere la rubrica "Il Controcanto" che narra le simpatiche vicissitudini di "don Turi Spitalieri", redatta dal compagno Carmelo Stancampiano a cui rinnoviamo i nostri ringraziamenti e complimenti.

lunedì 17 marzo 2008

Sportellisti : attenzione alle banconote false

Sindacato Lavoratori Comunicazione Nazionale Ai Coordinatori Regionali Area Servizi Ai territori Area Servizi In relazione all’allegato 2 de nuovo CCNL Occhio ai soldi falsi ( tratto da articolo di giornale AFFARI ITALIANI - Venerdí 22.02.2008 14:4 Contraffazioni in aumento nel 2007: +5,39%. Mef: Preferite le banconote da 50 euro e le monete da 1. La distribuzione territoriale delle operazioni di ritiro - si legge ancora nel rapporto - ha confermato un trend già più volte rilevato: la maggior parte è stata effettuata nel Nord (28.633 nel Nord-ovest e 18.379 nel Nord-est) e nel Centro Italia. Delle segnalazioni prevenute nel 2007, il 35,46% è rappresentato da verbali di ritiro redatti dagli istituti bancari, mentre le agenzie di custodia e trasporto di denaro e gli uffici postali hanno segnalato rispettivamente il 44,70% e l'8,76% del totale. L'entità dei dati conferma l'efficacia del dispositivo di tutela dell'euro in Italia, sia inriferimento al ruolo svolto da banche e intermediari, sia per l'attività di controllo messo in attodalle Forze di polizia (Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato). A queste, inoltre, va attribuita nel 2007 una incisiva azione diretta contro una serie di grandi stamperie clandestine, alcune delle quali bloccate ancora prima che iniziassero a entrare in produzione. *************************************************************************** Posizione SLC/CGIL Nazionale Area Servizi Per questo motivo come SLC/CGIL diamo indicazione ai territori di non far coprire dai lavoratori sportellisti o altra funzione con maneggio valori, con euro propri, le banconote false che eventualmente fossero riscontrate nel conto di cassa finale. In assenza di strumenti di riconoscimento delle banconote false atti a tutelare il personale dai rischi connessi al loro mancato riconoscimento, il lavoratore non è tenuto a nessun ripianamento di cassa. Inoltre quanto previsto dall’articolo 72 del nuovo CCNL non prevede l’indennità di cassa per copertura di banconote false, nemmeno di fronte al contraddittorio con la ditta incaricata al movimento fondi per il rinvenimento della banconota nella mazzetta all’apertura dello speciale. L’azienda di fronte a questo comportamento non procede alla riscossione indebita in busta paga che se attuata , dovrà trovare adeguata iniziativa legale con l’apertura di una procedura 410 presso l’ufficio del lavoro e se necessario l’azione legale a tutela del lavoratore. Fraterni saluti Per Area Servizi Roma 26-2-2008 Graziano Benedetti

POSTE: IL TERZO MORTO IN 10 GIORNI.

E’ il terzo lavoratore delle Poste morto in servizio negli ultimi dieci giorni. Dopo i giovani portalettere di Como e di Alessandria e’ morto ieri Pietro Tortora, autista delle Poste a Napoli, 49 anni sposato con tre figli. Ancora sulla strada, come i due portalettere, mentre trasportava la posta. Noi non abbiamo le presse e le catene di montaggio ma i rischi e le insidie per migliaia di nostri colleghi sono sulle strade, dove ogni giorno oltre 40.000 lavoratori delle Poste prestano la loro opera. Siamo vicini alla famiglia di Pietro, ma anche rammaricati e stupiti per il perdurante silenzio dell’Azienda che sicuramente ha altro a cui pensare.

giovedì 13 marzo 2008

ANCHE IN POSTE: 2 MORTI SUL LAVORO

In una settimana una lavoratrice ed un lavoratore delle Poste, sono morti per un incidente sul lavoro. A parte gli accertamenti al riguardo, dobbiamo constatare un preoccupante aumento degli infortuni, sopratutto nel settore del Recapito. A parte gli accertamenti che gli organi competenti dovranno effettuare al riguardo, dobbiamo constatare che, purtroppo, il numero degli infortuni nel settore del recapito postale è in preoccupante aumento. Ci sono ragioni che vanno oltre il fatto che gli incidenti, purtroppo mortali, accadono per inosservanza del codice stradale, ragioni che dovremmo ricercare anche in una organizzazione del lavoro che guarda più alla produttività e al contenimento dei costi che alla effettiva sicurezza dei lavoratori. Non basta infatti definire norme e comportamenti virtuosi in materia di sicurezza se questi poi vengono vanificati nei fatti per effetto di un continuo aumento dei carichi di lavoro che obbliga le lavoratrici ed i lavoratori a ritmi stressanti e a prestazioni aggiuntive quasi quotidiane. Da tempo denunciamo questa situazione, in particolare in settori specifici come il recapito,dove, in aggiunta, si registra anche una difficoltà con i motomezzi aziendali che risultano inadeguati per una parte consistente del personale addetto. Come Slc Cgil più volte abbiamo sollecitato l’Azienda a mettere in campo ogni azione di prevenzione, a partire da una diversificazione del parco mezzi fino ad arrivare ad una analisi dettagliata degli infortuni, indispensabile per capire quali interventi realizzare per contenere il fenomeno e, al contempo, per contribuire a far decollare quella cultura della sicurezza che è indispensabile per ridurre i rischi e gli infortuni. La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità per tutti e pertanto non può considerarsi una variabile dipendente dagli obiettivi di budget o, peggio, essere inversamente proporzionale all’aumento di produttività. Come lavoratori delle Poste ci uniamo al grande dolore delle famiglie di queste due giovani vittime sul lavoro e, nell’esprimere alle famiglie tutto il nostro cordoglio ci impegneremo a proseguire con grande determinazione nelle battaglie e per la ricerca delle maggiori tutele possibili, con la consapevolezza che per noi prima di tutto c’è la vita delle persone.

venerdì 7 marzo 2008

Finalmente dopo più di 10 anni riconosciuto lo status di "videoterminalisti"

E’ stato raggiunto un primo risultato sul riconoscimento dello status dei videoterminalisti che non esitiamo a definire storico per l’intera categoria per gli addetti alla sportelleria. E’ stata una battaglia dura,non ancora terminata perchè vogliamo l’applicazione anche dell’articolo 53 e 54, è durata anni e in cui l’SLC-CGIL ha sempre creduto non lesinando mai impegno e contrastando con forza la volontà aziendale di non procedere a questo doveroso e legittimo riconoscimento. Vediamo nel dettaglio cosa prevede il Dlgs 626 in materia: Art.51. 1. Ai fini del presente titolo si intende per: a) videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato; b) posto di lavoro: l'insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, ovvero software per l'interfaccia uomo macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti l'unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l'ambiente di lavoro immediatamente circostanze; c) lavoratore: il lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, Art.52. Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro, all'atto della valutazione del rischio di cui all'art. 4, comma 1, analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: a) ai rischi per la vista e per gli occhi; b) ai problemi legati alla postura ed all'affaticamento fisico o mentale; c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale. 2. Il datore di lavoro adotta le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati in base alle valutazioni di cui al comma 1, tenendo conto della somma ovvero della combinazione dei rischi riscontrati. La nostra linea , la linea dei nostri RLS , dei Territori e dell’OPN è stata premiata, Come SLC Area Servizi intendiamo perseguire una concreta politica di grande attenzione alle politiche in materia di sicurezza nei processi lavorativi, di fatto oggi possono essere considerati “videoterminalisti” tutti gli operatori di sportello di Poste Italiane. Sindacato Lavoratori Comunicazione Nazionale

mercoledì 20 febbraio 2008

Sentenza favorevole del Tribunale di Milano su buonuscita dipendenti di Poste Italiane

Una bella notizia per i pensionati di Poste Italiane, la sentenza afferma il diritto di avere il riconoscimento del calcolo della buonuscita (cristallizata al febbraio 1998)sulla base dell'ultimo stipendio percepito. Cliccando nel link sottostante si potrà prendere visione della sentenza. http://www.cgil.it/giuridico/Giurisprudenza/Archivio/Merito/sentenza%20Silvestro.pdf

sabato 2 febbraio 2008

lunedì 28 gennaio 2008

Conseguenze riorganizzazione recapito

Questa denuncia non è l’ennesimo documento su un “disservizio delle Poste”, E’ il rivelarsi di una strategia dai contorni nefasti per il futuro dei diritti costituzionali dei cittadini italiani. Per maggiori dettagli visita il link sottostante: Conseguenze Riorganizzazione Recapito

sabato 5 gennaio 2008

BruceKetta