martedì 3 marzo 2009

"La legge antisciopero è autentico fascismo"

Come in altri piani il Governo si sta inventando un suo sistema costituzionale che non ha nulla a che vedere con la Costituzione della Repubblica nata dalla Resistenza. Il diritto allo sciopero è un diritto individuale e già esistono le leggi che lo disciplinano. Trasformarlo in un potere dei sindacati maggioritari, tra l’altro da attuare in forme virtuali, cioè inesistenti, significa semplicemente cancellare tale diritto. Né vale la tesi per cui questa misura eccezionale e antidemocratica avrebbe effetti solo nel settore dei trasporti. E’ evidente, infatti, che i principi che qui vengono affermati, proprio perché affrontano temi di carattere costituzionale, non possono essere ristretti a un solo settore. Il Governo vuole colpire il diritto di sciopero perché sa perfettamente che nei prossimi mesi ci saranno sempre più conflitti sociali dovuti alla crisi e alla sua gestione sbagliata e ingiusta. Limitare la libertà, imporre autoritariamente le decisioni e reprimere il dissenso è una caratteristica tipica dei sistemi antidemocratici e, nella nostra storia, è la caratteristica autentica del fascismo. Se il Governo andrà avanti su queste misure, occorrerà una risposta politica e sindacale senza precedenti, sia sul piano delle relazioni sociali e sindacali, sia sul piano del ricorso alla magistratura e alla Corte Costituzionale. E’ chiaro che dopo questa scelta, con questo Governo ci può essere solo rottura e conflitto sociale. Rete28Aprile Roma, 26 febbraio 2009

lunedì 26 gennaio 2009

Lettera ad un amico morto

In ricordo del portalettere di Novate Milanese Paolo Leotta morto di infarto Caro Paolo, oggi ho deciso di scrivere, perché mi sento troppo triste, così ho pensato che questo mi aiuterà a sentirti vicino. Stamattina prima di arrivare in ufficio mi hanno dato la notizia. In ufficio piangevano tutti, io però non ci sono riuscito. Non sono riuscito a far cadere una sola lacrima, perché avevo un nodo alla gola che mi strozzava. Ma tu lo sai che avrei voluto gridare …. , urlare al mondo la mia rabbia. Perché non è giusto morire a 56 anni. E invece niente, sono stato zitto, a guardare gli altri. Avrei voluto gridare, tirare fuori la rabbia, proprio come avresti fatto tu, quando parlavamo delle conseguenze della riorganizzazione del recapito, che ha comportato per te e per tutti un modo di lavorare sempre più stressante. Sarai sempre vivo nei nostri ricordi, ci manchi e ci mancherai sempre. E’ bello ricordarti felice, quando nelle serate trascorse insieme ti divertivi a ballare, ricercatissimo da tutte le donne. Beh , sai, quei bei ricordi li conserveremo per sempre , ma ci resterà una rabbia per questo mondo infame che porta via gli amici e le persone care come se fosse un pugno di sabbia che viene trascinata via dalla marea e fa rimanere soltanto dolore e tristezza. Puoi star certo che nessuno ti scorderà mai. Io ti ricorderò sempre, ciao amico